Terna, ad Flavio Cattaneo: titolo nuovo record storico a 3,422euro, più che raddoppiato il valore dalla quotazione

Nuovo record storico per il titolo Terna che sfonda il muro dei 3 euro e 40 (per la precisione 3,422 con una crescita del +0.59%).

Corrono Mediolanum e Pirelli . Nuovo Record per Terna

Chiusura in netto rialzo per i principali mercati europei. Milano segna un progresso dell’1,47%, Londra guadagna l’1,28%, Parigi e Francoforte registrano entrambe +1,13%, Madrid chiude a +0,75%.
Le Borse hanno beneficiato delle indicazioni superiori alle attese sull’export della Cina e dell’esito positivo dell’asta di titoli di Stato greci, che allontana i timori per una ristrutturazione del debito pubblico.
Il titolo Terna aggiorna il massimo storico, chiudendo la seduta a 3,422 €/azione (+0,59).

(Fonte: Webmagazine Terna)

Social Media Communication
Phinet
Roma Italia
Alessandra Camera
a.camera@phinet.it

Record storico titolo Terna a 3,406 euro: raddoppiato il valore dalla quotazione della società guidata da Flavio Cattaneo.

Raddoppiato il valore dell’IPO di Terna.

Record storico per il titolo Terna, gestore della rete elettrica nazionale guidato da Flavio Cattaneo, che, il giorno dopo la diffusione dei dati di bilancio 2010, sfonda il muro dei 3 euro e 40 (per la precisione 3,406 con una crescita del +0.83%) e raddoppia il valore dell’ IPO, a euro 1.70, del giugno 2004.


I primi report degli analisti, molto positivi sulla scia dei risultati e la crescita a doppia cifra di tutti gli indicatori, hanno sostenuto il titolo .

In particolare, gli analisti hanno sottolineato che sia l’utile di 466 milioni di euro (+32%) sia i proventi di 204 milioni di euro della vendita al fondo inglese Terra Firma della società Rete Rinnovabile, sono stati superiori alle attese. L’operazione sul fotovoltaico è stata inoltre apprezzata come una conferma ulteriore della capacità del management di creare valore dalle attività non tradizionali.

(Fonte: Web Magazine Terna)

Social Media Communication
Phinet
Roma Italia
Alessandra Camera
a.camera@phinet.it

Terna, ad Flavio Cattaneo: dividendi In Piazza Affari 17 miliardi per i risparmiatori

La primavera dei dividendi si annuncia generosa: Piazza Affari distribuirà quasi 17 miliardi agli azionisti grandi e piccoli. Le utilities, con l’8 e mezzo per cento di A2A in testa, sono quelle con il rendimento più generoso sui prezzi attuali. In media, comunque, i 40 titoli più capitalizzati del nostro listino offrono un 3,2% e quindi sono ancora in gara con i Btp quinquennali, che danno poco di più. Anche se i prezzi sono risaliti (+15% da gennaio, -13% il bilancio 2010), i titoli ad alto dividendo restano una partita da valutare. Con tutti i pro e i contro da mettere sul tavolo.

Un bel gruzzolo del valore di 16,7 miliardi di euro sta per scivolare nelle tasche delle centinaia di migliaia di azionisti che hanno puntato su Piazza Affari. E che incuranti delle osculazioni del listino milanese — sceso nel 2010 del 13% e risalito nelle prime settimane del 2011 di circa il 15% — hanno deciso di investire sulle società ad alto dividendo.
Perché titoli come A2A (rendimento per dividendi al1`8,4%), Terna, amministratore delegato Flavio Cattaneo e Eliei (6,3%), Snam Retegas (6%), Eni (5,4%) offrono «cedole», largamente superiori al 4,81% di un Bip a 10 anni e addirittura al 5,46% di un Btp trentennale. Se tutte le blue chip dell’indice Ftse/Mib fossero un’unica grande società la supercedola annuale pagata agli azionisti, rapportata alla capitalizzazione aggregata, raggiungerebbe un rendimento del 3,2%, pochi decimali in meno rispetto al 3,40% di un Btp a 5 anni.

Monte
Investire in azioni ad alto dividendo, dunque, conviene perché spesso sono proprio i dividendi, reinvestiti e capitalizzati, che fanno la differenza nelle performance di borsa sul lungo periodo. Il monte dividendi pagato negli anni arriva talvolta ad incidere sulla performance finale (total return) molto più delle vistose e repentine variazioni dei corsi azionari, con i loro ricorrenti e imprevedibili capital gain (guadagni m conto capitale) o capital loss (perdite in conto capitale).

L`elaborazione condotta da CorrierEconomia sulle grandi capitalizzazioni dell`indice Ptse/Mib e sulle piccole e medie taglie di Piazza Affari riesce dunque ad anticipare che la campagna dividendi del 2011 sarà generosa .Il monte dei dividendi che verranno distribuiti salirà, appunto, dai 16,02 miliardi del 2010 ai 16,70 del 2011. Il rendimento medio (dividend yield) scenderà invece leggermente dal 3,4% del 2010 al 3,2% di quest`anno per l`effetto — virtuoso dell’aumento delle quotazioni di Borsa, che stanno al denominatore del rapporto.Naturalmente il criterio di scelta basato sulle cedole deve essere considerato in modo critico. I dividendi, per essere un buon criterio di selezione dei valori azionari, devono essere stabili, ripetibili, possibilmente crescenti negli anni. (…)

Confronti
Il confronto fra il rendimento delle azioni ad alto dividendo e quello delle obbligazioni, non dice tutto sulla convenienza dell’investimento in titoli ad alta cedola. Vediamo perché. Se c`è l`inflazione, alla scadenza del termine di un prestito obbligazionario, il capitale rimborsato sarà svalutato di un ammontare pari al valore dell`aumento del costo della vita nel periodo. Un titolo azionario, invece, fa riferimento a cespiti reali, che si rivalutano in Borsa di pari passo con l`inflazione. Detto in altri termini le cedole dei dividendi azionari sono «reali» e risentono molto meno del tasso di inflazione, perché il capitale sottostante (l`azione corrispondente) si rivaluta nel tempo. Non così, invece, avviene per il capitale «svalutato» che viene rimborsato da un’obbligazione ordinaria a tasso fisso al momento della scadenza.
(…)

CorriereEconomia 21 febbraio 2011 di DI MARCO SABELLA E ADRIANO BARRI`

Fonte (Corriere.it)

Social Media Communication
Phinet
Roma Italia
Alessandra Camera
a.camera@phinet.it

Terna – Flavio Cattaneo “Confermiamo la nostra solida politica dei dividendi basata su una previsione di crescita del 4% …”

Confermata la politica dei dividendi con una crescita annua del 4%. Il 2010 batte le attese con un ebitda oltre 1,17 mld e ricavi a 1,58 miliardi. Positivi gli analisti. Titolo poco mosso

Il nuovo piano industriale di Terna è molto più aggressivo delle stime degli analisti. Ieri l’amministratore delegato Flavio Cattaneo e il presidente, Luigi Roth, hanno illustrato le strategie per il prossimo quinquennio.



Il business plan
prevede un’accelerazione degli investimenti da 4,3 a 5 miliardi di euro per le attività regolate. Inoltre, sarà triplicato l’impegno di investimento per le attività non tradizionali, per le quali è stato stanziato fino a 1 miliardo.

Terna prevede che dal 2011 al 2015 la crescita media annua dei ricavi regolati sarà di circa il 6%, grazie all’aumento degli investimenti. L’aumento dei ricavi e il controllo dei costi consentirà di migliorare la redditività dall’attuale 74% al 78% alla fine del periodo di piano.

Al contrario, l’assorbimento di cassa generato dal piano di investimenti e dalla politica dei dividendi porterà ad un aumento del debito netto di 2,6 miliardi di euro alla fine del 2015, comunque inferiore a quanto previsto nel precedente piano industriale.
Tuttavia, questa strategia non ha impedito a Terna di confermare la politica dei dividendi, che prevede una crescita annua della cedola del 4%, assumendo il 2008 come anno di riferimento. Inoltre, come già accaduto con la cessione di Terna Participações, una parte delle plusvalenze registrate con la vendita delle attività non tradizionali potrà integrare i dividendi.

Nel corso della presentazione dei risultati il management ha escluso la possibilità di procedere con acquisizioni.
Non si sono fatte attendere le indicazioni degli analisti. Le principali banche d’affari che seguono il titolo hanno rivisto al rialzo la valutazione sull’azienda. (…)

Fonte (SoldiOnline)

Social Media Communication
Phinet
Roma Italia
Alessandra Camera
a.camera@phinet.it

Il gruppo guidato da Flavio Cattaneo ha messo a segno performance in netta controtendenza: dall’inizio dell’anno il titolo Terna ha guadagnato il 12%

Terna chiude la seduta di martedì 9 novembre facendo registrare un guadagno dell’1,43% e arrivando così a segnare il nuovo massimo storico a 3,36 euro per azione.

Da inizio anno il titolo Terna guadagna il 12%, performance decisamente superiore e in controtendenza a quelle del mercato italiano (FTSEMib -7,18%) e del settore Utilities europeo (-8%).
La prima settimana di novembre è stata tutta positiva: dopo aver toccato il massimo storico a quota 3,345 euro per azione, ha chiuso venerdì 5 con un guadagno dello 0,60%, mentre l’indice Ftse Mib di Piazza Affari, dopo il -1,28 dell’ultima seduta, in cinque giorni ha ceduto l’1,19 per cento.

titolo terna crescita in borsa

La Borsa italiana, protagonista di un’altra settimana negativa, la seconda consecutiva, ha forse pagato il ritorno dei timori sulla ripresa dell’economia, con il nuovo allarme sulla tenuta dei conti pubblici irlandesi. E ad appesantire ulteriormente gli indici di Piazza Affari c’è stato poi il bilancio negativo di alcuni titoli le cui trimestrali non sono state accolte positivamente dal mercato. In questo scenario il gruppo guidato da Flavio Cattaneo ha messo a segno performance in netta controtendenza: dall’inizio dell’anno, con l’indice della Borsa italiana che ha ceduto il 7.18%, il titolo Terna ha guadagnato il 12%. Un andamento decisamente migliore anche rispetto al settore delle utilities in Europa, negativo, sempre da gennaio, con un meno 8 per cento.

Nella stessa settimana di riferimento le Borse europee sono state caratterizzate da un andamento contrastato e dominato dall’incertezza, in un contesto che ha visto i mercati mondiali muoversi in direzione opposta, e con l’indice Morgan Stanley Msci World cresciuto di 1 punto percentuale. Sia in occidente che in oriente le contrattazioni sono state condizionate, prima dall’attesa e poi dagli effetti, delle elezioni di “midterm” americane e dall’annuncio del piano di stimolo all’economia Usa proposto dalla Federal Reserve. La Banca centrale statunitense ha annunciato il varo di un piano da 600 miliardi di dollari per il riacquisto di Tbond che dovrebbe iniettare nuova linfa nel sistema economico, ridando slancio ai consumi e abbassando la disoccupazione. E i due avvenimenti hanno riacceso le speranze di una ripresa dei mercati globali, guidata principalmente da un’accelerazione della congiuntura Usa.

Sui mercati finanziari europei il nervosismo ha però continuato a condizionare gli scambi. L’indice d’area Stxe 600 ha comunque chiuso l’ultima seduta della settimana in positivo (+0,42%). E così pure Londra e Francoforte, rispettivamente a +0,21% e +0,29%, hanno evidenziato segnali di recupero, mentre l’indice della Borsa di Parigi è rimasto invariato e Madrid ha ceduto l’1,65 per cento.

(Fonte: Terna WebMagazine)

Social Media Communication
Phinet
Roma Italia
Alessandra Camera
a.camera@phinet.it

Flavio Cattaneo, AD Terna: due articoli da Repubblica del 18 ottobre 2010

Il 18 ottobre 2010 Repubblica.it pubblica due importanti notizie sui successi di Terna, AD Flavio Cattaneo.

Terna, via libera del CdA a vendita del Solare a Terra Firma

(Teleborsa) – Roma, 18 ott – Terna, SunTergrid Terra Firma Investments (GP) 3 Limited – società interamente controllata da Terra Firma Capital Partners III, L.P., hanno firmato un accordo per il trasferimento del 100% del capitale sociale di Rete Rinnovabile S.r.l., società interamente controllata di Terna, AD Flavio Cattaneo, attraverso SunTergrid

Flavio Cattaneo Terna Articolo su Repubblica

Il valore stimato dell’operazione, si legge nel comunicato di Terna, AD Flavio Cattaneo,  si attesta tra 620 e 670 milioni di euro ed è stato concordato modularmente sulla base degli impianti che, alla data del closing, previsto per il 31 marzo 2011 e subordinato alla realizzazione di alcune condizioni sospensive (tra cui l’approvazione del bilancio di esercizio di RTR al 31 dicembre 2010), beneficeranno alternativamente degli incentivi del Conto Energia 2010 o del Conto Energia dei primi mesi del 2011.
(…)
L’accordo prevede che Terna, AD Flavio Cattaneo, fornisca a RTR servizi di manutenzione e sorveglianza e monitoraggio degli impianti secondo contratti definiti nell’ambito dell’operazione di cessione di carattere pluriennale. Alla scadenza indicata dei singoli contratti di affitto, Terna, guidata da Flavio Cattaneo, rientrerà in possesso delle aree.
(…)
L’Amministratore Delegato, Flavio Cattaneo, AD Terna, ha commentato così l’operazione: “Siamo molto soddisfatti dell’accordo raggiunto. Abbiamo concluso un’operazione che fa bene a Terna, al paese e al sistema elettrico. Infatti, in tempi molto brevi, il management di Terna è riuscito a costituire, avviare e cedere una società, RTR, che sarà, al closing, il primo operatore unitario di fotovoltaico in Italia e tra i primi in Europa. La nuova società, con i circa 150 MWp farà crescere in un solo colpo di quasi il 10% l’attuale parco fotovoltaico italiano, consentendo un risparmio annuo di circa 135 mila tonnellate di emissione di CO2 nell’aria, importante contributo anche per la salvaguardia dell’ambiente”.

Terna: giornata positiva a Piazza Affari

(Teleborsa) – Roma, 18 ott – Giornata positiva per Terna, AD Flavio Cattaneo, a Piazza Affari. Piazza Affari ha premiato le operazioni concluse dall’azienda con un rialzo dello 0.96% e un valore di chiusura a 3,15 euro “piazzandosi” nel listino internazionale come miglior titolo regolato d’Europa

Flavio Cattaneo Terna Articolo su Repubblica

Il titolo del gruppo guidato da Flavio Cattaneo è stato sospinto al rialzo già dopo l’annuncio che il Cda ha approvato la distribuzione dell’acconto sul dividendo dell’esercizio 2010, di 0,08 euro/azione Inoltre un’ulteriore spinta verso l’alto è arrivata dopo che il CdA di Terna, AD Flavio Cattaneo,  ha dato l’OK alla vendita del Solare a Terra Firma per un valore stimato tra 620 e 670 milioni di euro.

(Fonte: la Repubblica.it)

Social Media Communication
Phinet
Roma Italia
Alessandra Camera
a.camera@phinet.it

Flavio Cattaneo, AD di Terna: Dividendi I record di Piazza Affari

Borsa Da A2A a Telecom, da Enel a Terna, AD Flavio Cattaneo,  la mappa delle attese per il 2011
Con i prezzi piatti c’è chi può arrivare fino al 9%
Borsa piatta, cedole ricche. Se il Toro si fa desiderare non così avviene per i profitti che, almeno a giudicare dagli ultimi risultati semestrali, sono tornati a farsi vedere anche con una certa consistenza. Uno scenario che difficilmente s’invertirà nei prossimi mesi e così, almeno per il 2011, è probabile che si vada incontro a una ricca stagione di dividendi.

Flavio Cattaneo

In casa

Proprio grazie alla debolezza del mercato, infatti, chi investe oggi ha una buona probabilità di assicurarsi rendimenti invidiabili rispetto a quelli dei titoli di Stato, che, si veda il caso del 5 anni tedesco, viaggiano poco sopra l’l%. Prendendo in considerazione le blue chip (nella top ten delle Blue Chip da Corriere Economia 11 ottobre 2010, Terna, Flavio Cattaneo, compare al 5° posto) e le mid cap di Piazza Affari il rendimento dei dividendi sì pone oggi mediamente al di sopra del 4%, ma in diversi casi supera il 5%. Ai vertici della classifica delle società più generose con gli azionisti troviamo l’utility A2A che, con una cedola di 10 centesimi, rende, ai prezzi attuali di Borsa, quasi il 9%. Alle sue spalle Enel che tra qualche settimana pagherà un acconto sul dividendo dell’anno prossimo pari a 10 centesimi. Considerando il saldo, in arrivo nella primavera del 2011, la cedola dovrebbe salire a 27 centesimi pari a un rendimento del 6,9%. Al terzo posto Lottomatica che promette un dividendo del 6,4%. Ma la prima società tra quelle appartenenti alla top ten che distribuirà una cedola è Snam Rete Gas. Il 18 ottobre verrà staccata una cedola di 9 centesimi che, sommati al saldo in arrivo nel maggio 2011, faranno un «bottino» di 21 centesimi: il 5,6% di rendimento ai prezzi di oggi. Uno scenario positivo per chi ama il cassetto e le cedole che potrebbe durare ancora, almeno secondo Marco Paolucci amministratore delegato di Lux Gest Asset Management: «Non si vedono rischi eccessivi per quanto riguarda il trend dei profitti dei titoli italiani ad alto rendimento. Sono aziende abituate a lavorare con bassi tassi di crescita, attive in mercati regolamentati e poco o per nulla esposte al ciclo economico dei Paesi emergenti.

È questo il caso di: Enel, Telecom Italia, Terna, AD Flavio Cattaneo, Snam Rete Gas, e più in generale tutte le utilities». Telecom Italia in particolare si avvale sia di buoni fondamentali che di attese speculative. «In Brasile — continua Paolucci — prima o poi verranno generati importanti flussi di cassa. Ma anche nell’ipotesi in cui la società dovesse cedere tali asset, l’incasso sarebbe molto superiore rispetto alle attuali valutazioni di Borsa». Si pensi ai caso Repsol che ha venduto i propri asset brasiliani a investitori cinesi per circa 7 miliardi di dollari rispetto a una stima di mercato di 4 miliardi.

Verifica
Patrizio Pazzaglia, responsabile investimenti di Bank Insinger de Beaufort spiega: «A nostro avviso a parte i dividendi in distribuzione a breve, bisognerà verificare la tenuta dei profitti e quindi se gli attuali livelli di pay out (percentuale di utile distribuita come dividendo ndr) potranno essere mantenuti». Noi — prosegue Pazzaglia — abbiamo un’aspettativa positiva in quanto si è visto come le società siano diventate impermeabili alla volatilità dell’economia grazie agli incrementi della produttività e le azioni di ristrutturazione messe in atto in questi anni. Pazzaglia sottolinea come le maggiori prospettive di miglioramento siano quelle dei titoli bancari. «Rispetto al passato i pay out sono più bassi, ma in futuro cambieranno politica per fare contenti gli azionisti in particolare le Fondazioni. Oggi il rendimento di Unicredito e Banca Intesa è di circa l’l,5% ma ci aspettiamo che a breve si sposterà verso il 3%». E lo stesso discorso vale per le compagnie assicurative, sebbene in maniera meno marcata. Sul mercato sembrano esserci davvero tutte le condizioni per fare felici gli azionisti dopo che nel corso degli ultimi anni la politica dei dividendi si era fatta più restrittiva a causa della crisi. Certamente l’ipotesi non ancora tramontata di un nuovo minimo dell’economia e di conseguenza delle Borse, spinge a considerare ancora poco sostenibili gli attuali livelli di redditività ma, almeno nel 2011, la situazione sembra ormai consolidata.

Tratto dal Corriere Economia: Dividendi I record di Piazza Affari di ADRIANO BARRI’ 11 ottobre 2010

(Fonte: Corriere Economia)

Social Media Communication
Phinet
Roma Italia
Alessandra Camera
a.camera@phinet.it